Il vinyasa krama si base su un flusso di movimento continuo e sequenze gradualmente più difficili.
Quando mi chiedono che stile di yoga insegno per me è sempre molto difficile risponde.
Seguo una stagionalità dettata dal mio mood, creando una pratica che nasce dall’ispirazione e gli insegnamenti che ho e che ho avuto dei tanti insegnanti che conosco e ho conosciuto, ma forse anche sulla base della mia esperienza da sportiva.
In autunno la pratica gradualmente rallenta, lavoro molto sulle basi, sulla costruzione della forza, i movimenti sono lenti, misurati, la pratica diventa sempre più introspettiva sempre più yin.
Allo stesso modo, sempre molto gradualmente, con l’arrivo dell’inverno la pratica diventa di nuovo sempre più dinamica per assecondare l’esigenza che ha il corpo di scaldarsi.
In primavera arrivo ad un apice yang in cui forte del fatto di aver costruito delle basi stabili inizio ad esplorare posture “più complesse” per poi rallentare un po’ di nuovo quando in estete le giornate si fanno sempre più calde.
La nostra energia non è sempre uguale, non siamo noi che dobbiamo adattarci alla pratica, ma la pratica che si deve adattare a noi così come le posture. A volte la pratica può essere utile per contrastare l’inerzia, altre volte per rallentare.
Mi piace esplorare forme di movimento che vanno anche al di la della pratica yogica, andare oltre i confini del tappetino, ma sempre con un approccio yogico, mantenendo un atteggiamento di ascolto e consapevolezza profondo.
Voglio sapere cosa succede sotto pelle per questo amo studiare l’anatomia e la biomeccanica, ma mi piace esplorare anche ciò che non è visibile agli occhi, ma dannatamente palpabile.
Mi piace conoscere la spiegazione “yogica” delle cose, e tradurla in termini occidentali.
Così è come sviluppo la mia sadhana, la mia pratica personale.
Ciò che insegno, parte da qui, e lo modello sintonizzandomi con l’energia che mi rimanda la classe ricercando sempre una risposta ad un esigenza.
Ecco, quindi per rispondere alla domanda “che stile insegni” : insegno lo yoga! Anzi, meglio: non ho la pretesa di insegnare lo yoga, ma ciò che capisco e metabolizzo di questa disciplina.