Anni fa girava una pubblicità che diceva “la forza è nulla senza il controllo”

Conoscere l’anatomia sicuramente ci aiuta è essenziale per entrare nella maniera più corretta e funzionale nelle posizioni evitando gli infortuni, ma se non sappiamo e non capiamo come dosare e direzionare la nostra energia non stiamo facendo yoga.

Ormai è noto, che l’energia nello yoga viene chiamato PRANA.

Tradurre la parola prana con energia, in realtà è riduttivo. Il prana è la forza vitale, è tutto ciò che muove, che crea vita. E’ nel sole, nell’acqua, nel cibo che mangiamo, nell’aria, e dentro di noi. Ogni forma di energia è alimentata dal prana.

Per incanalare la nostra energia usiamo la conoscenza dei vayu.

Capire dove direzionare l’energia nello yoga ci aiuta a comprendere e ad entrare meglio nelle posizioni.

La parola #vayu in sanscrito significa vento.

I vayu sono cinque e indicano dove incanalare e direzionare l’anergia: per farlo abbiamo bisogno sia di una buona consapevolezza fisica, che si sviluppa attraverso la pratica, ma anche della concentrazione. L’energia infatti segue il pensiero della mente.

#udana vayu è l’energia che eleva. Urdvastasana

#apana vayu l’energia che radica, la gravità che porta verso il basso. Malasana, adomuka ( apana alla base, ma udana bacino)

#vyana vayu è l’energia che va verso l’esterno, come il cuore che pompando manda il sangue in tutte le direzioni. Ardha chandrasana, ustrasana

#samana vayu è l’energia che muove verso l’interno. Pensate al cibo che entra dentro di noi e viene digerito. Posizioni come kumbakasana, navasana,

#prana vayu l’energia circolare -respiro-saluti al sole

In ogni asana dobbiamo pensare dove indirizzare la nostra energia, fino a che non ci viene automatico.

In ogni asana lavoriamo sempre con tutti i vayu, ma ce ne sono almeno uno o due predominanti.

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