Mobilità e flessibilità Tensione e compressione

Prima lezione per runnes e bikers

“Non riesco nemmeno a toccarmi la punta dei piedi”

Questa in genere è una delle prima obiezioni che mi sento dire parlando di yoga…che è un po’ come dire: “Non vado a scuola guida perché non so guidare”

Entriamo un po’ più nel dettaglio per capire di cosa stiamo parlando…

Mobilità articolare

La prima essenziale esigenza dell’organismo umano è il movimento. Il corpo umano si muove attraverso l’apparato muscolare osseo e tendineo. Distinguiamo la differenza tra mobilità articolare flessibilità:

Cos’è la mobilita articolare

La mobilità articolare è la capacità di un soggetto di effettuare un movimento con grande ampiezza di escursione muscolare. Con il termine mobilità si intende la scioltezza e la flessibilità di un soggetto, in modo tale da saper sfruttare al massimo le sue articolazioni. Mantenere una buona mobilità articolare facilita l’esecuzione di un movimento e consente di sfruttare al meglio la spinta del muscolo. Essa può essere influenzata da fattori endogeni come estensibilità dei tendini e dei legamenti, lunghezza ed elasticità dei muscoli , età e sesso; e da fattori esogeni, cioè migliora all’aumentare della temperatura esterna e diminuisce dopo un lavoro molto intenso. Inoltre la mobilità può essere attiva, cioè quando viene fatto un movimento nella sua massima ampiezza attraverso l’azione del muscolo che la interessa, e passiva quando l’articolazione compie un movimento per mezzo di una forza esterna. Esercitare la mobilità articolare prepara l ‘organismo a sostenere con la massima efficacia le attività che seguiranno e di prevenire eventuali infortuni. 

Cos’è la flessibilità:

La flessibilità riguarda l’elasticità muscolare

Immaginando di suddividere il corpo umano in tre tessuti: ossa muscoli e tendini le ossa sono quelle che hanno meno elasticità, poi ci sono i tendini e in fine i muscoli che possono aver maggior capacità elastica e plastica.

I motivi per cui non riusciamo ad entrare in una posizione sono due: questione di compressione, o tensione.

Compressione significa che il movimento è limitato a causa della mia conformazione ossea: esempio la testa del femore all’interno dell’acetabolo può avere una mobilità ridotta a causa della conformazione del trocantere o del bacino. In questo caso insistendo si crea una compressione osso su osso a danno dell’articolazione.

Possiamo avere una mobilità ridotta invece anche a causa di tensione quando il tessuto muscolo tendineo, per scarso utilizzo, si atrofizza. In questo caso parliamo di tessuti che hanno maggior elasticità e plasticità e posso aver quindi margine di miglioramento.

Come posso migliorare la mia flessibilità?

Se contraggo un muscolo (agonista) il suo “opposto” si estende (antagonista) Es: Se contraggo il bicipite del braccio, il suo opposto, il tricipite si estende.

Questo è uno dei principi che dobbiamo tenere in mente quando lavoriamo sulla flessibilità.

Un secondo concetto da tenere in mente è quello della proprioccettività neuromuscolare facilitata.

Che funziona contraendo e rilasciando il muscolo che voglio estendere.

Es: Voglio estendere la muscolatura della gamba sono in supta padangustasana: Dovrò contrarre leggermente la muscolatura posteriore della gamba durante la fase di inspiro per qualche secondo, e rilasciare e distendere lentamente e gradualmente della fase di espiro mantenendo poi per alcune respirazioni (4/5) Prima di ripetere.

La muscolatura deve essere precedentemente riscaldata in maniera adeguata. Più a lungo rimango nella posizione più vado ad estendere in profondità i tessuti.

È molto importante quando si lavora sull’estensione, sulla flessibilità, di accompagnare gradualmente il corpo nella posizione. Entrare in fretta in una posizione si ottiene l’effetto contrario e ciè che il muscolo per difesa si contrare. Il respiro è essenziale in quanto la fase di espirazione aiuta ad entrare gradualmente nella posizione.

Nella prima lezione di yoga per runner e bikers il focus sarà su questi due concetti di mobilità e flessibilità, per conoscere meglio il nostro corpo quali sono i suoi limiti e come usarlo correttamente con il supporto del respiro, imparando prima ad ascoltarlo, riconoscerlo, e infine a sfruttarlo per ottimizzarne le capacita.

Cosa mi serve per partecipare? Un tappetino antiscivolo, una cintura e due cubetti.

 

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